Pensione anticipata con taglio del 3% sulla quota retributiva: nuove ipotesi

Pensione anticipata con taglio del 3% sulla quota retributiva: si concretizza una nuova ipotesi all'interno del capitolo riguardante la riforma previdenziale. L'ennesima proposta arriva dal Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'Inps, che ha fatto il punto della situazione in merito alle opzioni di accesso flessibile alla pensione attualmente disponibili. Concludendo che il sistema presenta un numero eccessivo di meccanismi transitori, oltre che caratterizzati da criteri estremamente differenti tra di loro.

Nella pratica, emerge ancora una volta la richiesta di fare ordine all'interno del sistema, che presenta al fianco dei criteri fissati dalla legge Fornero un numero elevato di opzioni in deroga. Con effetti paradossali: molti lavoratori non riescono comunque a perfezionare i criteri necessari per ottenere il prepensionamento e sono costretti ad attendere la maturazione della pensione di vecchiaia o di anzianità.

Pensione di vecchiaia e anticipata: di cosa stiamo parlando

Prima di addentrarci nel merito della questione, è opportuno ricordare che i criteri ordinari di accesso alla pensione richiedono la maturazione di almeno 67 anni di età con 20 anni di versamenti. In alternativa, è possibile ottenere la pensione anticipata ordinaria (così come confermata dalla riforma del 2011) con almeno 42 anni e 10 mesi di versamenti per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. 

Pensione anticipata: quali sono state le indicazioni fornite dal Civ

Come riferito all'inizio dell'articolo, Michele Reitano (membro della Commissione tecnica istituita dal Ministero del Lavoro per approfondire la questione della separazione tra assistenza e previdenza) ha fatto il punto della situazione ed espresso alcuni importanti pareri tecnici. Indicazioni che sono finite all'interno della relazione di fine mandato del Consiglio di vigilanza dell'Inps (Civ).

Si parte proprio dalle statistiche, le quali indicano che prendendo come riferimento le pensioni anticipate e di vecchiaia, l'età di accesso all'Inps per i dipendenti privati è di 64,1 anni per gli uomini e di 63,2 per le donne. Nel pubblico impiego i parametri scendono rispettivamente a 63,9 ed a 63,5 anni. 

Infine, nelle gestioni autonome dell'Inps l'età sale a 64,8 anni per gli uomini e a 64,0 anni per le donne. I dati appena delineati prendono in esame tutte le opzioni attualmente disponibili, tra le quali ad esempio la quota 41, l'APE sociale, l'opzione donna e la quota 100.

La nuova proposta per la pensione anticipata: taglio del 3% per ogni anno sulla parte retributiva

Al fine di creare un meccanismo omogeneo di accesso anticipato alla pensione, dal Civ si suggerisce quindi di istituire un meccanismo di pensionamento anticipato in grado di essere realmente universale. Per renderne sostenibile il peso sui conti pubblici, l'ipotesi è di applicare una penalizzazione attorno al 3% sulla parte retributiva dell'assegno. La penalizzazione sarebbe applicata per ogni anno di anticipo sulla parte retributiva. 

Dal Civ non si suggerisce un'età minima di accesso all'opzione o un paletto contributivo. La misura dovrebbe quindi essere ulteriormente affinata dalla politica, anche considerando il confronto attualmente in essere tra governo e sindacati sul nodo previdenziale. Se definita correttamente, un'opzione simile permetterebbe di "offrire un'opportunità in più a tutti i lavoratori", spiega Reitano all'interno della relazione tecnica.


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