Pensioni: stop agli aumenti per l'aspettativa di vita nel 2023 e 2024

Sulle pensioni si registra lo stop agli aumenti legati all'aspettativa di vita per il biennio che va dal 2023 al 2024. Lo conferma la Ragioneria Generale dello Stato all'interno del proprio dossier in merito all'andamento della spesa pensionistica. 

Il passaggio tecnico è fondamentale perché certifica che non vi saranno nuovi incrementi nei parametri di accesso alla pensione durante tale periodo. I criteri di uscita dal lavoro resteranno quindi invariati, fatta eccezione per le eventuali nuove deroghe e sperimentazioni che potrebbero essere introdotte con le future leggi di bilancio.

Come funziona l'adeguamento alla speranza di vita e quali conseguenze provoca per le pensioni

L'adeguamento alla speranza di vita è un meccanismo previsto con la legge Fornero e che implica il progressivo incremento dei requisiti di accesso alla pensione, oltre alla modifica dei coefficienti di trasformazione in rendita utilizzati per il sistema contributivo puro.  

Gli ultimi adeguamenti alla speranza di vita sono avvenuti nel 2013 con tre mensilità, nel 2016 con 4 mensilità e nel 2019 con 5 mesi. A partire dal 2021 gli aggiornamenti vengono effettuati ogni due anni (anziché tre), ma la pandemia ha comportato un aumento della mortalità e quindi il congelamento dell'applicazione di ulteriori mensilità ai parametri in essere.

Pensioni di vecchiaia: resta fisso il parametro dei 67 anni di età

Stante la situazione appena evidenziata, l'età di uscita dal lavoro secondo la pensione di vecchiaia continuerà a restare la stessa fino al 2024. Si potrà accedere alla quiescenza a partire da 67 anni di età con almeno 20 anni di versamenti. Salirà invece di tre mesi (anziché due) nel 2025-26, 2027-28 e 2029-30. Attorno al 2031-32 si toccheranno i 68 anni di età, mentre i nuovi incrementi proseguiranno ogni biennio fino al 2054.

Sulla pensione anticipata si confermano i 42 anni e 10 mesi di versamenti (un anno in meno per le donne), mentre resta ferma la quota 41 per coloro che rientrano tra i casi previsti dalla legge. I dati attendono quindi sono l'ufficializzazione, che arriverà entro il termine del 2021 tramite un apposito decreto del Mef e del Ministero del Lavoro.

Nessun commento:

Posta un commento