Pensioni, ultime news al 29/6: politica e sindacati contro l'altolà della BCE


Le ultime novità sulle pensioni ad oggi 29 giugno 2018 vedono arrivare dure critiche al nuovo allarme lanciato dalla BCE sulla necessità di confermare le attuali regole di uscita dal lavoro. L'ex Presidente della Commissione lavoro alla Camera Cesare Damiano ha bollato l'intervento come "infondato e tardivo", mentre il Segretario confederale della UIL Proietti ha invitato la Banca Centrale Europea a stare tranquilla. Proprio sulle tematiche economiche è intervenuto ieri anche il Premier Conte, dicendo il proprio no alla creazione di un fondo monetario europeo. Infine, arrivano nuove analisi sul sistema previdenziale anche dall'Ufficio parlamentare di bilancio. Vediamo insieme tutti i dettagli al riguardo nel nostro nuovo articolo di approfondimento.


Damiano (PD): l'allarme della BCE è infondato e tardivo

Nella giornata di ieri ha destato non poca preoccupazione il nuovo monito in arrivo dalla Banca Centrale Europea, con il quale si chiede all'Italia di non variare il meccanismo di funzionamento del comparto previdenziale. Lo scopo suggerito è di preservare la tenuta dei conti. Non si è fatta però attendere la replica dell'ex Presidente della Commissione lavoro alla Camera Cesare Damiano, che ha parlato di un allarme "infondato e tardivo". Secondo l'esponente democratico, "forse la Bce non si è accorta che superare gradualmente la legge Fornero è un obiettivo che abbiamo già realizzato nella scorsa legislatura, restituendo ai pensionati 20 miliardi di euro con 8 salvaguardie, l'Ape e altre misure". Infatti, "reintrodurre le Quote (non dai 64 anni di età come propone Di Maio, ma dai 63 anni come proponiamo noi) e la pensione di anzianità con 41 anni di contributi, è un obiettivo che abbiamo sempre perseguito, e in parte realizzato, ma per il quale non c'erano tutte le risorse necessarie per raggiungere il traguardo al 100%". Secondo Damiano, è evidente quindi che la direzione intrapresa è quella giusta e che bisogna proseguire in tal senso.

Proietti (UIL): la BCE può stare tranquilla

Anche il Segretario confederale della UIL Domenico Proietti è intervenuto in merito al recente monito in arrivo dalla BCE, spiegando che "può stare tranquilla. I provvedimenti adottati negli ultimi due anni nel sistema previdenziale, sotto la forte spinta del sindacato, volti a reintrodurre elementi di equità e di giustizia, sono pienamente compatibili con l'equilibrio dei conti pubblici", ha spiegato il sindacalista. Sulla base di ciò, si sottolinea come necessaria la continuazione del percorso di cambiamento in essere, con l'obiettivo di allineare l'età di accesso alla quiescenza in Italia con quella degli altri Paesi europei (cioè ai 63 anni). Al contrario, "oggi in Italia si va in pensione 4 anni dopo" conclude Proietti, spiegando che i lavoratori "non devono continuare a subire questa ingiustizia". Tra le richieste all'esecutivo, l'esponente della UIL avanza la necessità di consentire a tutti il pensionamento flessibile a partire dai 63 anni, di valorizzare il lavoro di cura delle donne e di superare le disparità di genere, oltre che di supportare gli assegni dei giovani tutelando in particolar modo le carriere discontinue.

Il Premier conte dice no alla creazione di un fondo monetario europeo

Nella stessa giornata in cui la BCE ha lanciato un nuovo allarme sul sistema pensionistico pubblico il Premier Giuseppe Conte ha presenziato il primo giorno del Consiglio Europeo. Nel corso della riunione, il Presidente del Consiglio ha quindi preso posizione contro la possibile trasformazione del Fondo salva Stati in un Fondo Monetario Europeo. Un processo che attribuirebbe all'organismo poteri ancora più ampi di quelli attuali, con il rischio che "finisca per costringere alcuni Paesi verso percorsi di ristrutturazione predefiniti". Per questo motivo, Conte ha specificato che "siamo contrari ad ogni rigidità nella riforma del Meccanismo europeo di stabilità, soprattutto perché nuovi vincoli al processo di ristrutturazione del debito potrebbero contribuire proprio essi all’instabilità finanziaria, anziché prevenirla”.

Ufficio Parlamentare di Bilancio: la spesa è più alta per via della crisi e dei minori flussi migratori

L'UPB ha realizzato un nuovo focus sul comparto previdenziale, dal quale emerge che i livelli crescenti del peso della spesa previdenziale sul PIL non sarebbero dovuti alle precedenti riforme pensionistiche, ma alla presenza continua della crisi macroeconomica ed al peggioramento del quadro demografico, oltre che ai minori flussi migratori netti.

1 commento:

  1. La Flessibilità vontaria
    Per andate in pensione
    Deve oscillare dai 58 anni ai 68 anni circa è non a partire dai 64 ,
    Ovviamente ognuno sceglie in base a tante esigenze familiari
    E tenendo presente chiaramente gli anni di contributi ,
    Chi vuole un assegno più ricco può lavorare di più
    Deve essere libero di lavorare di più come deve essere libero chi vuole smettere leggermente prima ,
    MA NON È UNA COSA POSITIVA ?

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